Chi fa cosa in un'abbazia? Immergiti nei ruoli della vita monastica

Elise
10/2025
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In questo articolo

Quando si varcano le porte di un'abbazia, si entra in un altro mondo. Regna il silenzio, i giorni sono scanditi dai servizi e un senso di pace vive nel luogo.

Ma dietro questa apparente tranquillità c'è un'organizzazione vivace. La vita monastica, maschile o femminile, si basa su un sottile equilibrio tra preghiera, lavoro, servizio e ascolto. Ogni membro ha un posto, con un ruolo definito, al servizio della comunità. Ma quali sono realmente questi ruoli? Chi fa cosa, quotidianamente, in un'abbazia?

L'abate o la badessa: un'autorità di servizio

L'abate o badessa è il superiore della comunità. Non è un leader nel senso mondano del termine, ma piuttosto un padre o una madre spirituale, eletto dai membri della comunità per la sua saggezza, stabilità interiore e capacità di riunire le persone. Lui o lei guida la vita spirituale, assicura la fedeltà alla regola monastica (spesso quella di San Benedetto), prende decisioni importanti e incarna l'unità della comunità.

Lontano dal potere autoritario, questo ruolo è profondamente radicato in servizio e ascolto. L'abate o la badessa è un punto di riferimento per gli altri e porta sulle sue spalle la responsabilità dell'intero corpo comunitario.

Il priore o la priora: il supporto indispensabile

Subito dopo l'abate o la badessa, il priore o la priora svolge un ruolo essenziale nell'equilibrio della vita quotidiana. Lui o lei è in secondo luogo, il superiore. Nell'organizzazione della casa, assicura il regolare svolgimento delle giornate, la distribuzione del lavoro, la regolarità degli uffici. In alcune comunità, questa persona subentra anche in caso di assenza del supervisore. La sua presenza è spesso più discreta, ma la sua funzione è essenziale affinché la vita monastica rimanga fluida, stabile e armoniosa.

L'insegnante o il maestro dei novizi: accompagnare gli inizi

L'ingresso in un'abbazia non avviene da un giorno all'altro. Prima di impegnarsi completamente, i nuovi arrivati attraversano un periodo di apprendimento e discernimento. È qui che entra in gioco la maestra o il maestro dei novizi, responsabile del sostegno a chi sta iniziando il proprio viaggio.

Attraverso i tempi di scambio, dell'insegnamento, di orazione e di lavoro, questa persona trasmette i fondamenti della vita monastica : silenzio, ascolto, liturgia, umiltà, vita fraterna. Lei o lui è allo stesso tempo guida spirituale, formatore e compagno di viaggio, aiutando tutti ad essere veramente ancorati a questa particolare vocazione.

Au Monastero di Santa Coletta d'Assisi, Indossare il velo bianco significa che la sorella è una novizia.

I primi passi: dal postulato al noviziato

Prima di emettere la professione, la vita religiosa inizia con un periodo di scoperta chiamato postulato. Per alcuni mesi il o la postulante vive con la comunità senza alcun impegno ufficiale. È un momento di osservazione, esperienza e interrogazione, per verificare se questo stile di vita corrisponde davvero a una vocazione interiore.

Se il percorso è confermato, la persona diventa novizio o nivizia. Quindi riceve l'abito religioso ed entra in un periodo di formazione più approfondito, che dura generalmente da uno a due anni. Questo periodo di noviziato permette di immergersi nella preghiera quotidiana, nel lavoro, nello studio della regola e nella vita fraterna, continuando al contempo discernimento.

Una novizia tra le sue sorelle all'abbazia di Notre-Dame de Wisques

L'economia: la gestione al servizio di tutti

La vita monastica, anche semplice, richiede una certa organizzazione materiale. Il tesoriere è responsabile di questa responsabilità. Si occupa delle finanze, della contabilità, degli acquisti e della manutenzione dei locali.

Questo ruolo, spesso invisibile dall'esterno, è tuttavia fondamentale. Attraverso una gestione attenta e discreta, il tesoriere consente alla comunità di vivere in una stabilità economica che promuove la preghiera, il silenzio e l'ospitalità. Questa posizione richiede una combinazione di praticità, integrità e grande discrezione.

Gli affari si svolgono senza intoppi presso l'Abbazia di Fleury

Il foresterio: il volto dell'ospitalità

La foresteria occupa un posto centrale in molte abbazie.Il forestiero è responsabile dell'accoglienza degli ospiti, questi visitatori che sono venuti in cerca di un momento di silenzio, riposo o guarigione spirituale. Lui o lei prepara le camere, organizza i pasti, risponde alle richieste e accoglie i nuovi arrivati con gentilezza.

In questo servizio di accoglienza, spesso molto umile, è tuttavia in gioco qualcosa di molto profondo: l'incontro, l'ascolto, la testimonianza silenziosa di una vita centrata sull'essenziale. Spesso è attraverso questo primo contatto che gli ospiti scoprono lo spirito della comunità.

Il sorriso radioso della sorella incaracita della foresteria dell'Abbazia di La Rochette

Altre missioni, a seconda dei talenti

Ogni abbazia distribuisce i ruoli in base alle esigenze della comunità e ai doni di ciascuno. Alcune sorelle o fratelli diventano sacrestani, garantendo la bellezza della liturgia e la preparazione dei servizi. Altri sono Cantanti, responsabile dei salmi e dei canti. Troviamo anche infermieri, bibliotecari, cuochi, giardinieri, artigiani...

In molti casi, questi servizi non sono «premiati a vita»: possono evolversi in base alle fasi della vita, ai punti di forza e alle richieste del momento. L'essenziale in ogni compito è viverlo come un servizio, nella preghiera e nella semplicità.

Vieni ad assaggiare la deliziosa cucina del fratello chef di Foyer Marie Jean

Un'organizzazione al servizio della pace interiore

Tutti questi ruoli, per quanto diversi possano essere, contribuiscono allo stesso obiettivo: promuovere la vita comunitaria e la ricerca di Dio. In un'abbazia nulla è lasciato al caso, ma tutto è vissuto nello spirito della regola benedettina: equilibrio, umiltà, carità. Ognuno contribuisce alla costruzione comune, con ciò che è e può offrire, in una dinamica di offerta e fiducia.

E se scoprissi questa vita dall'interno?

Oggi, molte abbazie offrono ritiri, soggiorni spirituali o immersioni nella vita comunitaria. Puoi goderti qualche giorno di silenzio, condividere le preghiere dei monaci o delle monache e lasciarti toccare da uno stile di vita incentrato sull'essenziale. Che tu sia un credente, un ricercatore o semplicemente un curioso, questa esperienza può nutrirti profondamente.

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ritrit, l'associazione al servizio delle comunità religiose e dei ritiranti